Raccontare che cosa è uno Startup Weekend non è una cosa facile, ancora meno per me che l’ho vissuto con una particolare intensità.
Premessa:
Startup Weekend è un format nato in america e diffuso ormai in tutto il mondo.
Io l’ho conosciuto diversi anni fa da partecipante, quando anche io ci provavo a realizzare la mia idea di impresa ed oggi che mi ritrovo per il secondo anno ad essere stato un mentor, vivo emozioni molto particolari.
Come funziona:
per 54 ore, dal venerdì pomeriggio alla domenica, le persone propongono delle idee di impresa, si creano dei gruppi per svilupparle e si portano avanti per tutto il weekend, e pur senza realizzarle praticamente, si presentano ad una giuria il loro Pitch.
Nel mio caso a Rimini, lo Startup Weekend organizzato da Fattor Comune con RivieraBanca, presso la sede centrale della stessa banca, è rivolto ai più giovani delle scuole superiori. Questo rende l’evento più eccitante e ricco dell’energia ed dell’entusiasmo che riesco a trovare solo nei più giovani.
E secondo me è tutto li: i ragazzi che partono davvero da zero. Per molti di loro è la prima volta che incontrano la parola startup, business plan, bilancio, che parlano in pubblico…. e proprio per questo per me rappresentano un valore aggiunto.
Chi si occupa di formazione, e lo fa con l’anima, vive di questi risultati.
Vedere un gruppo che parte da sottozero ed in un weekend tirare fuori talmente tanto riempie di orgoglio chiunque: loro stessi, i loro genitori, gli organizzatori e forse sopratutto i tutor che accettano questa grande sfida.
Si perchè esser un mentor allo SUW non è un impegno da poco. Presenza costante, verifica, correzioni, pazienza sono essenziali, ma ripagano… eccome se ripagano.
“Ma come avete fatto?“ – dice la loro professoressa – Non mi sarei mai aspettata tutto questo dai ragazzi in così poco tempo – aggiunge – se solo riuscissi ad avere a scuola il 10% di quello che hanno fatto qui, sarei soddisfatta”
Qui entra in gioco tutto un sistema scolastico, una dinamica legata agli stimoli, ai contesti.
E’ un evento da vivere in pieno e lo cogli nel complesso solo se come mentor, te lo prendi tutto, compreso pranzi cene, giochi e lavoro. Sono davvero orgoglioso di averlo fatto.
Sono ripagato quando i ragazzi che erano entrati infastiditi per aver impegnato un weekend e senza capire nemmeno esattamente cosa e perchè, ti salutano ringraziandoti e abbracciandoti con sincerità.
Loro tornano a casa con qualcosa in tasca che si portano dietro per sempre. Qualcuno grazie allo SUW ha capito cosa gli piace nella vita ed ha scelto la sua università.
Che grande responsabilità. E’ emozionante.
Sono ripagato quando nei saluti finali il ragazzo fa il suo discorso spontaneo e commovente, piange lui e fa piangere tutti, ringrazia perchè per la prima volta è riuscito a finire qualcosa.
Fa sorridere e piangere allo stesso tempo, perchè esce tutto nel suo ringraziamento: la dispersione dei 15 – 16 anni, la società di oggi ricca di stimoli e distrazioni, ma esce il metodo che abbiamo dato, il risultato che si è ottenuto a cui i ragazzi stessi sono increduli.
Sono ripagato perchè un’altro mentor mi toglie le parole di bocca, o meglio formalizza perfettamente in parole quella sensazione che avevo e non riuscivo a mettere a fuoco: “se questi sono i risultati dei ragazzi, abbiamo davvero una buona speranza per il futuro dei nostri figli.”
In un mondo in cui è più facile lamentarsi di quello che non va che vedere e ammettere gli aspetti positivi questa affermazione è stata per me una iniezione di positività.
Sono ripagato anche di aver stretto la mano al vescovo, che è venuto personalmente a ringraziare tutti i mentor per l’impegno offerto nei confronti dei più giovani e nel suo intervento ha detto una cosa cosa che non è mai abbastanza scontata: il lavoro ci rende persone migliori.
Lo startup Weekend ci rende davvero migliori, quando ne avrete la possibilità provatelo in ogni ruolo!!
